La vicenda della stella cometa è raccontata da Matteo nel capitolo secondo del suo Vangelo (2,2-12). In realtà Matteo parla di una stella nel suo sorgere (τὸν ἀστέρα ἐν τῇ ἀνατολῇ, ton astera en tè anatolè). La tradizione della stella cometa si deve a Giotto, che essendo stato impressionato dalla visione della cometa di Halley, la riprodusse nella cappella degli Scrovegni a Padova, agli inizi del 1300. Da allora la stella divenne cometa.
Il grande astronomo Keplero ipotizzò invece che si trattasse della congiunzione fra Giove e Saturno allineati al sole, di cui aveva avuto esperienza personale, e calcolò che un simile fenomeno si fosse verificato anche verso il 6-7 a.e.v (cioè a.C.), dal momento tale triplice congiunzione avviene ogni 794 anni. La congiunzione Giove-Saturno era nota fin dalla antichità, in particolare a Babilonia, terra di astronomi e astrologi, come probabilmente erano i Magi.
In ogni caso sia che fosse stella fissa sia che fosse una stella cometa, è del tutto improbabile che abbia avuto una qualunque ruolo alla nascita di Gesù: infatti Betlemme dista da Gerusalemme solo 7-8 km., una distanza troppo piccola per essere intercettata da un fenomeno celeste. La cometa di Halley infatti passa a una distanza di 63 milioni di chilometri dalla Terra; Giove (che è più vicino alla Terra di Saturno) sta a una distanza che varia da 588 a 968 milioni di km. Una supernova (cioè una stella che esplode, di cui Newton ebbe una visione diretta: era la SN 1054) può stare solo a una distanza misurabile in non meno di centinaia o migliaia di anni luce dalla Terra (ovviamente escludendo il sole, che fra 5-6 miliardi di anni diventerà una nebulosa planetaria e poi una nana bianca).
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