Parlare della lingua di Abramo significa innanzitutto stabilire in che periodo storico è vissuto Abramo. La Bibbia ci dice che Abramo viene da Ur dei Caldei, che è un anacronismo, dal momento che i Caldei arrivarono in Mesopotamia intorno al undicesimo sec. a.e.v., ben dopo l'Esodo. Inoltre, la parola "Caldei" (kasdim in ebraico) deriverebbe da Chesed, uno di nipoti di Abramo stesso, figlio del fratello Nacor. Lasciamo quidi da parte i Caldei.
Vediamo la cronologia del raccconto biblico: nella Genesi (15,13) è scritto che gli Ebrei sarebbero rimasti 400 anni in Egitto; in Esodo (12,49) è scritto che ci rimasero 430 anni. Poi, nel primo Libro dei Re (6,1) è detto che il Tempio di Salomone venne edificato 480 anni dopo l'esodo, nel quarto anno del regno di Salomone (circa il 968 a.e.v.). Calcolando anche i 40 anni di permanenza nel deserto abbiamo 400+40+480=920 anni da sommare a 968: quindi 1888 a.e.v.; questa è la data della partenza di Abramo da Ur secondo i racconto biblico.
Nel periodo dell'inizio del II millennio a.e.v. nella bassa Mesopotamia si parlava il babilonese antico, cioè la versione meridionale dell'accadico, la prima lingua semitica di cui ci siano giunte testimonianze scritte, circa un millennio prima di Abramo. Inoltre veniva ancora usato il sumero come lingua sacra e cerimoniale.
La versione settentrionale dell'accadico è l'antico assiro.
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